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Alimentazione

Ansia e depressione, la colpa potrebbe essere dei grassi

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Sbalzi di umore, ansia e depressione. Alla base di tutto potrebbe esserci l’alimentazione, in particolare una dieta ricca di grassi. Ad asserirlo è il team di ricerca coordinato da Bruno Guiard, professore dell’University of Paris-Sud. Modificare la propria dieta in modo radicale permetterebbe di ottenere ottimi miglioramenti. I risultati di uno studio scientifico.

Ansia e depressione, la dieta corretta

I primi studi sono stati condotti su modello animale e da questi si è potuto evidenziare come l’aumento di peso corporeo indotto dal consumo di grassi potrebbe avere serie ripercussioni (negative) sull’umore. Una dieta iperlipidica, infatti, sembra provocare ansia e depressione con cambiamenti misurabili anche a livello cerebrale.

Ansia e depressione, gli antidepressivi non bastano se segui la dieta sbagliata

Gli scienziati hanno scoperto che l’assunzione di un farmaco antidepressivo non era sufficiente a risolvere il problema se il soggetto seguiva una dieta ricca di grassi. «Tutto ciò dovrebbe incoraggiare gli psichiatri a mettere in atto un trattamento personalizzato con farmaci antidepressivi che non destabilizzino ulteriormente il metabolismo», ha dichiarato il professor Bruno Guiard.

Addio ansia e depressione, combattile con una dieta sana

Durante lo studio, i ricercatori hanno provato a invertire l’ansia, la depressione e gli sbalzi di umore nei topolini da laboratorio modificando la loro dieta. E i risultati non hanno tardato ad arrivare. «Questo risultato rafforza l’idea che la normalizzazione dei parametri metabolici può offrire una migliore possibilità di ottenere la remissione, in particolare in pazienti depressi con diabete di tipo 2», conclude il dottor Guiard.

I risultati dello studio sono stati pubblicati sul British Journal of Pharmacology, e aprono le porte a nuovi e importanti studi sul trattamento dei pazienti psichiatrici.

Fonti scientifiche

High-fat diet-induced metabolic disorders impairs 5-HT function and anxiety-like behavior in mice Juliane Zemdegs, Gaël Quesseveur  David Jarriault, Luc Pénicaud, Xavier Fioramonti, Bruno P Guiard

 

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