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L’aria condizionata diffonderà ancor di più il Coronavirus?

I risultati, tutt’altro che positivi, di un recente studio

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Da alcuni scienziati cinesi arrivano i risultati – tutt’altro che rassicuranti – relativi a uno studio condotto su alcune famiglie: soggiornare in ambienti in cui vi è l’aria condizionata potrebbe aumentare il rischio di essere contagiati dal tanto temuto coronavirus. I dettagli della ricerca.

L’aria condizionata diffonde il coronavirus

Fra poco più di un mese molti di noi si vedranno costretti ad accendere l’aria condizionata per contrastare la calura estiva. Ma quest’anno potrebbe non essere affatto una buona idea. Secondo un recente studio coordinato da Jianyun Lu del Guangzhou Center for Disease Control and Prevention, infatti, l’aria condizionata potrebbe aumentare la diffusione del coronavirus. La ricerca è stata condotta nella città di Guangzhou, nel sud della Cina.

I dettagli dello studio

Per arrivare a tali conclusioni, gli scienziati hanno osservato pazienti che appartenevano a famiglie differenti. Tutte, verso la fine di gennaio, erano state contagiate dopo aver mangiato nello stesso ristorante. Il primo volontario allo studio, ovvero il paziente 1, era tornato il 23 gennaio da Wuhan e aveva pranzato con tre membri della famiglia il giorno seguente nel ristorante dotato di condizionatore d’aria. Le altre famiglie contagiate quella sera erano sedute ai tavoli vicini. Tutti, quindi, erano a distanza di “sicurezza”: circa un metro uno dall’altro. La sera stessa in cui sono andati a mangiare nel ristorante, il paziente 1 ha cominciato ad accusare i tipici sintomi (tosse e febbre). In meno di 15 giorni sia la sua famiglia che le altre famiglie che erano al ristorane nei tavoli vicino, sono risultati positivi al test per il nuovo Coronavirus. Le indagini hanno dimostrato che l’unica fonte di esposizione per tutte le famiglie è stato il paziente 1 al ristorante.

Colpa dell’aria condizionata?

Quindi è tutta colpa dell’uomo tornato da Whuan che è  andato a mangiare al ristorante come se niente fosse? Sicuramente in parte sì. Ma avrebbe solo il 50% delle responsabilità, perché a partecipare alla diffusione del virus sarebbe stato il condizionatore che si trovava nella sala del ristorante. Secondo i dati emersi dallo studio, infatti, il fattore chiave del contagio sarebbe stato proprio il climatizzatore. È importante tuttavia sottolineare che le altre 73 persone presenti nel ristorante quella sera (alcuni anche in altre sale) non sono state contagiate. A detta dei ricercatori il motivo sarebbe riconducibile al fatto che il flusso d’aria era concentrato solo su alcune zone del locale. «Piccole gocce aerosolizzate (<5 μm) cariche di virus possono rimanere nell’aria e percorrere lunghe distanze > 1 m. È stata segnalata la potenziale trasmissione di aerosol della sindrome respiratoria acuta grave e dei virus della sindrome respiratoria in Medio Oriente. Tuttavia, nessuno del personale o altri commensali nel ristorante X sono stati infettati. Inoltre, i campioni di striscio dal condizionatore d’aria erano tutti negativi ai nucleotidi. Questa scoperta è meno coerente con la trasmissione di aerosol. Tuttavia, gli aerosol tenderebbero a seguire il flusso d’aria e le concentrazioni inferiori di aerosol a distanze maggiori potrebbero essere state insufficienti a causare infezione in altre parti del ristorante», spiegano gli scienziati.

Approfondimento: il ristorante

Il ristorante X – si legge nello studio – è un edificio di 5 piani con aria condizionata e senza finestre. La sala da pranzo al terzo piano occupa 145 metri quadrati. Ogni piano ha il suo condizionatore d’aria. La distanza tra ogni tavolo è di circa 1 m. Le famiglie A e B si sono sedute ciascuna per un periodo di sovrapposizione di 53 minuti e le famiglie A e C per un periodo di sovrapposizione di 73 minuti. L’uscita dell’aria e l’ingresso dell’aria di ritorno per il condizionatore d’aria centrale si trovavano sopra la tabella C ( Figura , pannello B).

Il 24 gennaio, nel ristorante erano presenti 91 persone (83 clienti, 8 membri dello staff). Di questi, 83 in totale avevano pranzato a 15 tavoli al terzo piano. Tra gli 83 clienti, 10 si ammalarono di COVID-19; gli altri 73 sono stati identificati come contatti stretti e messi in quarantena per 14 giorni. Durante quel periodo, non si sono sviluppati sintomi e i tamponi dei clienti e i 6 campioni di striscio dal condizionatore d’aria (3 dall’uscita dell’aria e 3 dall’ingresso dell’aria) sono risultati negativi per la sindrome respiratoria acuta grave da coronavirus 2 mediante trascrizione inversa PCR.

L’immagine mostra la disposizione dei tavoli dei ristoranti e il flusso d’aria dell’aria condizionata. I cerchi rossi indicano i posti a sedere dei futuri casi-pazienti; il cerchio rosso pieno di giallo indica l’indice caso-paziente.

Fonti scientifiche

COVID-19 Outbreak Associated with Air Conditioning in Restaurant, Guangzhou, China, 2020 – CDC
Jianyun Lu, Jieni Gu, Kuibiao Li, Conghui Xu, Wenzhe Su, Zhisheng Lai, Deqian Zhou, Chao Yu, Bin XuComments to Author Zhicong YangComments. Author affiliations: Guangzhou Center for Disease Control and Prevention, Guangzhou, China (J. Lu, K. Li, C. Xu, W. Su, C. Yu, Z. Yang); Guangzhou Yuexiu District Center for Disease Control and Prevention, Guangzhou, China (J. Gu, Z. Lai, D. Zhou, B. Xu)

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