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Salute

Covid, arrivano gli anelli intelligenti che segnalano la presenza del virus

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smart rings anelli intelligenti

Se c’è una cosa che è importante nella stragrande maggioranza delle malattie, è la diagnosi precoce. E questa regola vale anche – e soprattutto – per il Covid. Accorgersi immediatamente del contagio impedisce la diffusione del patogeno ad altre persone grazie a un isolamento tempestivo. Al momento, tuttavia, ciò è praticamente impossibile perché dal presentarsi dei sintomi al responso del tampone potrebbero volerci diversi giorni. Tutto ciò, tuttavia, potrebbe anche cambiare grazie all’utilizzo di un anello intelligente.

L’anello intelligente rivela Covid

Un nuovo studio ha valutato l’attendibilità di un dispositivo innovativo. Un vero e proprio anello da indossare al dito che, però, è anche in grado di monitorare i parametri vitali, febbre, alternanza sonno veglia e altro ancora.  Sembra che il suo utilizzo sia molto utile per mettere alla luce la presenza di Covid anche in individui “insospettabili” dal punto di vista medico. Tra le varie funzioni ha infatti anche quella di rilevare le sottili variazioni di temperatura corporea che non sempre vengono considerati o percepiti come febbre.

Anello vs tamponi

A prendere in considerazione l’eventuale attendibilità di tali dispositivi è stato un team di studio americano coordinato dagli esperti dell’Osher Center for Integrative Medicine e del Dipartimento di Psichiatria dell’Università della California di San Francisco che ha collaborato a stretto contatto con i colleghi Dipartimento di Management presso il Baruch College dell’Università della Città di New York (CUNY). Gli scienziati, guidati dalla professoressa Ashley Mason, hanno messo a confronto i tamponi oro-rinofaringei con i risultati ottenuti dagli anelli intelligenti. Lo studio è stato condotto su 50 partecipanti positivi al coronavirus. Dai risultati è emerso che tra questi, ben 38 soggetti avevano sviluppato febbre ma non l’avevano segnalata come sintomo oppure era passata inosservata. In due parole: erano considerati asintomatici perché non si erano accorti di alcun sintomo. Tuttavia, sembra che il dispositivo intelligente – di casa finlandese (OURA) – sia invece riuscito a rilevarla. «Ciò solleva la questione di quanti casi asintomatici siano veramente asintomatici e quanti potrebbero essere semplicemente inosservati o non segnalati», ha spiegato il coautore dello studio Benjamin Smarr. «Le nostre analisi supportano l’ipotesi che i sensori indossabili possano rilevare malattie in assenza di riconoscimento dei sintomi».

La misurazione continua della temperatura come strumento anti-covid

Lo smart ring sarebbe quindi molto più utile delle classiche “pistole” per la rilevazione della temperatura che troviamo negli aeroporti o davanti ai negozi. «Molti fattori influenzano la temperatura corporea. Le persone entrano ed escono dalla febbre, e una temperatura che è chiaramente elevata per una persona potrebbe non essere un grande problema per un’altra persona. L’informazione continua della temperatura può identificare meglio la febbre», spiegano gli scienziati. Tutto ciò, associato alla rilevazione dei parametri vitali potrebbe essere un ottimo strumento per tenere a freno la diffusione del Covid. «L’aumento della frequenza cardiaca, la ridotta variabilità della frequenza cardiaca e l’aumento della frequenza respiratoria», infatti, erano sintomi associati alla presenza del virus. Chiaramente il dispositivo può prevenire il contagio a patto che le persone si comportino in maniera responsabile e si auto-isolino prima del responso di un eventuale tampone.

Fonti scientifiche

Feasibility of continuous fever monitoring using wearable devices –  Scientific Reports

Smart rings for COVID-19 detection, sustainability – Good News Finland

Oura Ring

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