Seguici su

Salute

Impianti dentali: tipologie e tempistiche di realizzazione

Pubblicato

il

Un impianto dentale rappresenta la soluzione di riferimento per la sostituzione di uno o più denti mancanti. Al loro posto vengono posizionate delle radici artificiali realizzate in titanio, un materiale del tutto biocompatibile e sicuro, grazie a cui è possibile applicare una protesi fissa in virtù di un processo biologico conosciuto come osteointegrazione. Oggi l’implantologia dentale è il punto di partenza per tutti coloro che desiderano ritrovare un sorriso perfetto e una masticazione ottimale nonostante la perdita di elementi dentari. 

Come è fatto un impianto dentale

In sostanza un impianto dentale corrisponde ad una vite in titanio di piccole dimensioni che è studiata e realizzata per prendere il posto della radice del dente che non c’è più. L’impianto viene collocato nell’osso, proprio nel punto in cui prima era presente il dente naturale. Il titanio, che è lo stesso materiale che viene adoperato per realizzare le protesi ortopediche, fa sì che l’impianto si integri in modo ottimale con l’osso e possa fungere, così, da punto di ancoraggio. L’impianto dentale fa da sostegno per una corona fissa in ceramica, e al giorno d’oggi ha preso il posto sia delle protesi parziali rimovibili che dei ponti sui denti.

I tempi

L’installazione di un impianto dentale non è dolorosa, dal momento che si ricorre all’anestesia, i cui effetti scompaiono nel giro di qualche ora. In genere ci vuole una seduta, o al massimo due. Nel momento in cui svaniscono gli effetti dell’anestesia, il paziente ritrova la piena sensibilità del cavo orale. Può succedere che, nelle ore successive all’anestesia, si soffra di nausea o vomito, ci si senta un po’ confusi o storditi o si sia poco recettivi agli stimoli. Ovviamente dopo che ci si è sottoposti a un’anestesia generale non bisogna bere alcolici né guidare. I tempi di recupero e di guarigione variano in funzione di numerosi aspetti: per esempio l’estensione della protesi, ma anche le condizioni di salute complessive del soggetto e lo stato dell’osso in cui la vite endossea verrà collocata. Infine, è importante che nel corso del periodo di osteointegrazione rispetti le indicazioni che gli sono state fornite.

Le tipologie

Nell’universo dell’implantologia dentale si possono riconoscere diverse tipologie. Per esempio l’impianto all-on-four prevede di inserire appena quattro impianti per ripristinare un’arcata intera. Si tratta di una procedura che può essere eseguita solo in pazienti che non hanno problemi ossei; si ricorre a soli quattro punti di appoggio sui quali verrà messa la protesi fissa, che andrà a riprodurre la dentatura naturale. Questa tipologia può essere utilizzata sia per il ripristino dell’arcata inferiore che per il ripristino dell’arcata superiore. Si distingue, poi, fra la tipologia in cui la vite endossea e l’abutment sono due parti separate e quella in cui la prima accoglie il secondo, in modo che entrambi facciano parte di un elemento unico. La soluzione più frequente è la prima, dal momento che facilita la gestione e soprattutto rende più veloci le eventuali riparazioni che si dovessero rendere necessarie.

A che cosa serve un impianto dentale

La mancanza di uno o di più denti non è un problema da sottovalutare, al di là del disagio che può causare dal punto di vista estetico. Tale condizione, infatti, compromette la funzione fonetica e al tempo stesso pregiudica quella masticatoria; inoltre l’assenza di denti può favorire lo spostamento dei denti adiacenti che sono sani. Con un impianto dentale, si può distribuire la forza del morso sulla dentatura in modo appropriato, e si ristabiliscono le funzionalità del cavo orale. Per procedere, in ogni caso, è fondamentale il buono stato di salute del tessuto osseo mandibolare o mascellare e delle gengive.

Gli impianti con corone cementate o avvitate

Proseguendo nella rassegna delle diverse tipologie di impianto, si possono citare quelli con corone cementate o avvitate. In alcuni casi, infatti, ci può essere bisogno di una corona estetica. Se l’impianto è singolo o il pilastro di un ponte si trova nella parte posteriore, l’abutment è installato in modo passivo: in tal caso la corona avvitata può essere utilizzata. Se si tratta di altri punti più visibili, invece, si opta per cementare la corona. Il motivo è presto detto: avvitare l’abutment risulta più semplice, soprattutto con una specifica angolazione.

L’impianto a carico immediato

Infine ci sono gli impianti dentali a carico immediato, così chiamati perché permettono di sostituire i denti mancanti in appena 24 ore. Una soluzione simile permette di non utilizzare protesi mobili, consentendo il ricorso a quelle fisse. In sostanza, i pazienti si ritrovano ad avere a che fare con una protesi che può essere gestita in maniera semplice e che non può essere rimossa. L’intervento di installazione ha una durata complessiva di soli 30 minuti; l’unica accortezza che deve essere adottata dal paziente, poi, è quella di seguire le norme di igiene orale a casa.

 

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *