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Scoperta rivoluzionaria nel campo dell’invecchiamento: un nuovo gene per la longevità

La ricerca guidata dall’Università di Padova apre nuove prospettive per una vita più lunga e sana

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Scoperta rivoluzionaria nel campo dell'invecchiamento: un nuovo gene per la longevità

Recentemente, è stato identificato un gene che potrebbe rivoluzionare il modo in cui comprendiamo l’invecchiamento e la salute nel corso della vita. Denominato Mytho, questo gene è stato scoperto grazie a una collaborazione internazionale durata quasi un decennio, sotto la guida dell’Università di Padova. Lo studio, pubblicato sulla rivista Journal of Clinical Investigation, ha coinvolto anche l’Università di Bologna, l’Istituto Telethon di Genetica e Medicina di Pozzuoli e l’Istituto Superiore di Sanità di Roma.

Il gene Mytho

Gli esperimenti effettuati sul verme Caenorhabditis Elegans, un organismo modello ampiamente utilizzato nella ricerca genetica, hanno rivelato che Mytho ha un ruolo fondamentale nel mantenimento della salute cellulare. Spegnendo questo gene, le cellule invecchiano più rapidamente e la durata della vita si riduce. Al contrario, la sua attivazione promuove una condizione di salute prolungata e un invecchiamento più sano.

“Tutto è iniziato con un’analisi bioinformatica mirata a identificare geni potenzialmente sconosciuti nel genoma umano,” spiega Anais Franco Romero, una delle ricercatrici coinvolte nello studio. “Tra i vari candidati, il nostro team ha focalizzato l’attenzione su Mytho, un gene altamente conservato tra diverse specie animali, dall’uomo fino ai vermi.”

Meccanismi molecolari e autofagia

La ricerca ha permesso di svelare i meccanismi molecolari regolati da Mytho. In particolare, è stato scoperto che questo gene gioca un ruolo chiave nel processo dell’autofagia, il quale permette alle cellule di eliminare proteine e altre componenti danneggiate. Questo meccanismo è cruciale per la manutenzione della salute cellulare e per prevenire l’accumulo di danni che accelerano l’invecchiamento.

L’ignoto del nostro genoma

Marco Sandri, coordinatore dello studio, sottolinea quanto ancora ci sia da scoprire riguardo al nostro DNA. “Nonostante i progressi, la funzione della maggior parte del nostro codice genetico rimane un mistero. Dei 20.000 geni che codificano proteine, oltre 5.000 sono ancora completamente sconosciuti. Negli ultimi anni, abbiamo dedicato risorse ed energie significative per esplorare questo mondo sconosciuto del nostro DNA.”

Prospettive future

La scoperta di Mytho non solo apre nuove strade nella comprensione dei processi di invecchiamento, ma potrebbe anche portare allo sviluppo di interventi terapeutici innovativi per migliorare la qualità della vita e prolungare la salute. I prossimi passi della ricerca saranno cruciali per trasformare queste scoperte in applicazioni cliniche concrete, con l’obiettivo di combattere le malattie legate all’età e promuovere un invecchiamento sano per tutti.

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