Seguici su

Alimentazione

3 malattie che possono migliorare se elimini zucchero e altri dolcificanti

Tutte le malattie che possono migliorare riducendo l’assunzione di zuccheri raffinati, sciroppo di glucosio e fruttosio

Pubblicato

il

zucchero

La scienza da anni mette in risalto l’utilità – in termini di salute – di una dieta sana. D’altro canto, lo zucchero non andrebbe mai eliminato totalmente, semmai ridotto. E dimezzando le dosi si possono ottenere diversi benefici in termini di salute. Tali miglioramenti sembrano essere decisamente più evidenti nel caso in cui siano in atto diverse malattie. Lo zucchero, specie quello estremamente raffinato, è stato ripetutamente accusato di provocare diversi danni al nostro organismo: dal cancro alle patologie cardiovascolari. Ecco 3 malattie che potrebbero beneficiare di una riduzione degli zuccheri.

Malattie cardiovascolari e zucchero


Recenti ricerche hanno dimostrato come le patologie cardiovascolari siano maggiormente correlate al consumo di zuccheri, piuttosto che di grassi. La dottoressa Nancy Appleton, autrice del libro Lick the Sugar Habit, ha stilato una lista di ben 77 danni che lo zucchero può causare alla salute. Uno di questi è stato evidenziato grazie a una ricerca condotta dal Research Fellow in collaborazione con l’Otago Department of Human Nutrition. Secondo gli studiosi, lo zucchero avrebbe un effetto diretto sui fattori di rischio per tutte le malattie cardiache, e un impatto importante sulla pressione e sui vasi sanguigni. Pare che i danni dello zucchero sul sistema cardiovascolare fossero conosciuti fin dagli anni ’70 ma nascosti fino a pochi mesi fa, epoca in cui la dottoressa Cristin Kearns e i suoi colleghi dell’Università della California di San Francisco hanno pubblicato un documento rivelatorio su PLoSBiology. Questo conteneva un’analisi di documenti reperiti negli archivi della Sugar Research Foundation. «L’industria dello zucchero – spiega Kearns – ha speso una quantità rilevante di denaro per indagare gli effetti dello zucchero sulla salute, ma era interessata a pubblicare soltanto i risultati che esoneravano lo zucchero». Lo studio oggetto dello scandalo era denominato Project 259 e commissionato dalla Sugar Research Foundation. A condurlo era stata l’Università di Birmingham che, grazie alla modica cifra di 190mila dollari avrebbe dovuto evidenziare il ruolo di quest’ingrediente sul microbiota intestinale. I ricercatori avrebbero poi dovuto (teoricamente) smentire l’effetto negativo esercitato sull’organismo. Tuttavia, su PLoS Biology si legge che «i risultati preliminari di Project 259 qualora confermati dal completamento della ricerca e pubblicati, avrebbero supportato la tesi di un effetto ‘aumenta trigliceridi’ dello zucchero». In realtà nessuno sa perché questo studio di enorme portata non fu mai reso pubblico.

Steatosi non alcolica, zucchero ed edulcoranti

Molti lo chiamano fegato grasso, ed è una condizione piuttosto comune tra le persone. A differenza di quanto si creda, tuttavia, non è causata sempre da un eccesso di alcol o di grassi, ma anche da altri stili alimentari scorretti. Uno di questo è l’assunzione di alimenti a base di zucchero o, peggio ancora, che contengono fruttosio. Questo particolare ingrediente favorisce notevolmente l’accumulo di lipidi nell’organismo. Più di quanto possano fare gli stessi grassi. Una recente ricerca condotta dagli scienziati dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, ha messo in evidenza come consumare alimenti ricchi di fruttosio può danneggiare il fegato dei bambini esattamente come fa l’alcool. È importante sottolineare che il fruttosio e simili (per esempio lo sciroppo di mais o glucosio) sono presenti nella stragrande maggioranza degli alimenti industriali. Compresi quelli biologici. I risultati dello studio sono stati pubblicati sul Journal of Hepatology.

Malattie autoimmuni, dolcificanti e zuccheri

Secondo il dottor Roberto Ceriani, responsabile di Day Hospital epatologico ed Epatologia interventistica dell’ospedale Humanitas, «il consumo dello zucchero da tavola (saccarosio) è aumentato drammaticamente negli ultimi decenni ed è strettamente legato all’aumento dell’obesità, della sindrome metabolica, del diabete e anche della malattia epatica steatosica non alcolica. Il fruttosio è un componente degli zuccheri aggiunti e si distingue da altri zuccheri per la sua capacità di causare deplezione intracellulare di ATP, turnover nucleotidico, e generazione di acido urico. Questi aspetti del metabolismo del fruttosio spiegano il motivo per cui la sua assunzione aumenta il rischio di sindrome metabolica». Ma non solo: studi recenti hanno messo in evidenza come un elevato consumo di zuccheri danneggi il microbiota intestinale permettendo la comparsa di gravi malattie come quelle autoimmuni. A rivelare l’associazione con la patologia è stato uno studio italiano pubblicato su Nature Immunology, il quale ha mostrato che le alterazioni del metabolismo degli zuccheri siano associate alle disfunzioni della risposta immunitaria: caratteristiche, per esempio, della sclerosi multipla e del diabete giovanile.

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *